L'alba dei morti viventi : È un'autocritica?
In questi giorni è uscito nelle sale cinematografiche il film "L'alba dei morti viventi", diretto dall'esordiente ma già videoclipparo Zack Snyder, pubblicizzato come il remake di "Zombi" (chissà perché questa volta in Italia sono riusciti a tradurre il titolo fedelmente...). Ma facciamo un passo indietro.
1968: Night of the living dead (La notte dei morti viventi). Esce il film, opera d'esordio dell'allora ventottenne G.A.Romero, che diverrà presto un classico del cinema horror universalmente apprezzato e influenzerà gran parte della produzione cinematografica successiva non solo nel campo del terrore. La funzione del film, dichiaratamente influenzato dal Romanzo "I Vampiri" di Matheson e probabilmente anche dalla relativa trasposizione cinematografica, "L'ultimo uomo sulla terra" (Ragona,1963), di spartiacque tra vecchio e nuovo è evidenziata dalla presenza di una fotografia in B/N (imposta dal budget) e di una colonna sonora probabilmente rippata dalla fantascienza statunitense fifties (il vecchio), ma anche di una regia frenetica (per il tempo) e di una fortissima componente anticonformista, nascosta nei contenuti (il nuovo). La forte polemica nei confronti della società con i protagonisti incapaci di reagire (zombizzati?) di fronte all'aggressione dei morti viventi, creati dall'uomo stesso, è estremizzata dall'inserimento dell'eroe di colore (ed è una novità assoluta), l'unico capace di reagire combattendo. Se riesce a sopravvivere agli zombi, morirà quando ad attaccarlo sarà la stupidità umana.
1979: Dawn Of The Dead (Zombi). Dieci anni dopo, con la complicità del nostro Argento, Romero realizza il seguito. Riconosciuto anche esso come capolavoro è l'estremizzazione sotto tutti i punti di vista del film precedente. Oltre alla presenza del colore, di una colonna sonora al passo coi tempi (nella versione italiana viene affidata ai Goblin), di tassi di violenza e di emoglobina portati al limite (assumere lontano dai pasti), anche il "sottomessaggio" non viene più "nascosto" ma sbattuto in faccia allo spettatore prendendo di mira la società del consumo, rappresentata come una massa di zombi che trovano tutto pronto e confezionato al supermercato.
1985: Day of the dead (Il giorno degli zombi). Il terzo capitolo, di quella che fino ad oggi è una trilogia, è probabilmente il più raffinato e compatto. Il discorso ormai è pienamente politico. Sulla terra regna l'apocalisse: i pochi uomini sopravvissuti, suddivisi in scienziati e militari, ormai rintanati, sono in completa balia di ciò che loro stessi hanno creato. Inutile dire che non hanno imparato la lezione...
E fin qui è storia. La trilogia romeriana ha generato nel corso degli anni innumerevoli copie, imitazioni, varianti sul tema o pseudo-tali, conta milioni di fan, è stimata dai terror-fruitori e apprezzata dai critici (addirittura Kezich, sin da subito ha manifestato elogi per la Notte...).
Ma c'è un buco: Notte-Alba-Giorno-Tramonto? Sì, ormai sono anni che Romero tenta di portare a compimento il quarto capitolo... Oltre ad aver cambiato e riadattato la sceneggiatura innumerevoli volte (si è passati da "Twilight of the dead" a "Dead Reckoning" a "Land of the Dead": sì, c'è chi riesce ad avere da ridire anche sul titolo..., sono state perse numerose occasioni di fare lavorare il buon George su zombi non "figli suoi" ("Resident Evil" ne è l'emblema).
Se si considera che nonostante le decine e decine di progetti inziati, il regista non gira dal 1991 ("La metà oscura", sorvoliamo su "Bruiser", vi prego), e la pellicola è una trasposizione da King (= niente messaggi antipatici) appare lampante che nella Hollywood della standardizzazione e della impersonalità (Tarantino - e forse Fincher - a parte, che tra l'altro è un grande citazionista, conoscete altri registi targati USA "iniziati" dagli anni 90 ad oggi?... beh saranno tanti), un cattivone come Romero è meglio che se ne stia a casa... almeno non disturba.
Il "divieto dello stile" sembra aver implicato una mancanza di idee che ha costretto la macchina del cinema ad attingere dal passato: chi sentiva il bisogno, nel giro di 1 anno dei remake (peraltro brutti e politicamente (ri)corretti... quindi risorti ma mutati in peggio... zombi appunto) di Ring (Nakata, 1998), The Texas Chainsaw Massacre (Hooper, 1974) e adesso L'alba dei morti viventi? E sono già giunte minacce di stupro nei confronti di Argento e Bava...
Sì è una nuova alba purtroppo, ma di un giorno di cui non si sentiva alcun bisogno... ecco perchè boicottare il film...
E se il film fosse un'autocritica? Se stessero ad Hollywood i morti viventi?