Dopo Marte torniamo sulla nostra amata terra, ma torniamo indietro nel tempo per parlare degli antichi Maya.
Nell'ottobre del 1839 il viaggiatore americano John Stephens e l'artista inglese Frederick Catherwood decisero di recarsi all'interno della foresta pluviale dell'Honduras, piuttosto che restare rintanati all'interno di una polverosa biblioteca a dissertare sui testi che descrivevano i Maya.
Si ritiene che inizialmente i Maya fossero un popolo di agricoltori (1000 a.C.) che vivevano in una società priva di caste, regole e cerimoniali.
Successivamente, tra l'800 e il 500 a.C., emerse una casta dominante di eletti che iniziò a costruire monumenti sepolcrali. Dopo il 600 a.C. iniziarono a sorgere tra il Guatemala e la penisola dello Yucatán vasti centri cerimoniali, tra il 400 a.C. ed il 250 d.C. in tutta l'area occupata dai Maya sorgevano 250 centri cerimoniali, spesso a scapito della foresta pluviale tropicale presente in quell'area.
Queste “città” erano dominate da enormi colline a terrazze, alcune sovrastate da giganteschi templi a piramide.
Col passare del tempo l'architettura e l'arte delle città divennero sempre più ricche e complesse, si diffuse la scrittura geroglifica e, grazie al cosiddetto “Lungo Computo”, un calendario incredibilmente elaborato e preciso, si è oggi in grado di datare molti eventi ed iscrizioni legati ai maya.
Ma in questo articolo non tratteremo l'arte o l'architettura delle città Maya, ne parleremo dell'origine di questo enigmatico popolo, infatti ci concentreremo nell'analisi di uno strumento che i Maya hanno lasciato ai posteri e che “governava” la loro vita, “Il Calendario Maya”.
E' giusto ricordare che i Maya furono anche astronomi, infatti costruirono osservatori che gli permisero di scrutare i movimenti di alcuni corpi celesti come: il Sole; Venere; la Luna; Marte e Giove.
Su questi corpi fecero dettagliate osservazioni e ne determinarono i movimenti con una precisione tale da prevedere perfino le eclissi con una precisione quasi assoluta ed ancora oggi confermata.
Tali successi furono possibili esclusivamente grazie ad una assoluta padronanza e conoscenza della Matematica.
L'invenzione di un simbolo corrispondente allo zero permise al loro sistema matematico (a base 20 e non a base 10, questo perché per contare i maya utilizzavano oltre alle dita delle mani anche quelle dei piedi) di essere così flessibile che numeri dell'ordine del milione venivano rappresentati usando solo tre simboli: una barra per il 5; un punto per la cifra 1 ed una conchiglia stilizzata per lo zero.
Al fine di poter meglio capire il calendario Maya è giusto e doveroso illustrare brevemente la loro matematica che infatti era utilizzata principalmente per la compilazione dei calendari, che regolavano i riti e la vita civile.
Le cifre venivano disposte in colonna incominciando dal basso con le unità. Ogni unità si chiamava kin, che significa “giorno”. Raggiunte le venti unità le cifre venivano scritte nella riga superiore, quella delle ventine, che venivano chiamate uinal, che significa anche “mese”. Se avessero seguito una numerazione vigesimale perfetta, nella riga superiore avrebbero dovuto indicare le quattrocentine (20x20=400); ma poiché i numeri servivano ai Maya specialmente per il conto del tempo, esse arrestavano il conteggio degli uinal al 18 (18x20=360 che è il multiplo di 20 che più si avvicina al numero dei giorni dell'anno). I 360 kin = 18 uinal, formavano un tun, che significa “anno”. Sulla riga superiore si disponevano poi le ventine di tun, cioè, i katun (1katun = 20 tun = 20x360 = 7200 kin o giorni);e quindi più sopra i baktun cioè le ventine di katun (1 baktun = 20x7200 = 144000 kin o giorni) e così via per i pictun (20 baktun), calabtun (20 pictun), ecc.
In questo modo i Maya potevano facilmente scrivere numeri grandissimi. In una stele è stato trovato un numero pari a 411863930 tun (anni).
Nel prossimo articolo vedremo altri modi che venivano utilizzati da Maya per rappresentare i numeri e come questi costituivano il loro calendario, per stuzzicarvi vi dico che attualmente il calendario Maya è uno dei più precisi sistemi utilizzati per il calcolo dei movimenti degli astri.